Relazione temporale tra endocardite infettiva e ictus
L’ictus complica spesso l’endocardite infettiva. Tuttavia, la relazione temporale tra queste malattie è incerta.
È stato condotto uno studio retrospettivo su pazienti adulti ospedalizzati per endocardite infettiva tra il 2007 e il 2011 in ospedali per pazienti acuti in California.
I codici di diagnosi precedentemente validati sono stati usati per identificare l'esito primario composito di ictus ischemico o l’ictus emorragico durante periodi di 1 mese a partire da 6 mesi prima della diagnosi di endocardite infettiva fino a 6 mesi dopo.
Le probabilità di ictus in questi periodi sono state confrontate con le probabilità di ictus nel corrispondente periodo di 1 mese 2 anni prima, che è stato considerato il rischio di ictus al basale.
Tra 17.926 pazienti con endocardite infettiva, si sono verificati 2.275 ictus nel periodo di 12 mesi in prossimità della diagnosi di endocardite infettiva.
Il rischio di ictus è stato più alto nel mese dopo la diagnosi di endocardite infettiva ( 1.640 vs 17 ictus nel mese corrispondente 2 anni prima ).
Questo si è tradotto in un aumento del rischio assoluto del 9.1% e in un odds ratio di 96.5.
Il rischio di ictus è risultato significativamente aumentato 4 mesi prima della diagnosi di endocardite infettiva e lo è stato per i 5 mesi dopo.
Modelli temporali simili sono stati osservati quando gli ictus ischemici ed emorragici sono stati considerati separatamente.
In conclusione, l'associazione tra endocardite infettiva e ictus persiste per più tempo di quanto precedentemente riportato.
La maggior parte delle diagnosi di ictus e endocardite infettiva sono vicine nel tempo, ma un periodo di aumentato rischio di ictus diventa evidente parecchi mesi prima della diagnosi di endocardite infettiva e dura diversi mesi dopo. ( Xagena2015 )
Merkler AE et al, Neurology 2015; 85: 512-516
Cardio2015 Inf2015 Neuro2015